Nella prima puntata di Curon, la nuova serie italiana mistery thriller forse horror di Netflix, una famiglia, madre e due figli adolescenti, sta viaggiando in macchina di notte. L’auto è avvolta nel buio più totale, i fari a stento illuminano davanti. Lei è disturbata da traumi pregressi, i figli sono inquieti e nervosi, si capisce subito che non è un viaggio ma una fuga. I traumi di lei sono sotto forma di flashback di istanti: urla, sangue, una casa buia, un giovane corpo che avanza con un fucile. Poi si vede il famoso campanile di Curon, quello che spunta dal lago, avvolto in un buio tetro e sinistro, si sente il suono delle campane. Sigla.

Arrivano in una casa tetra e sinistra, dove un personaggio tetro e sinistro non è contento di vederli: è il padre di lei, ma forse non il nonno dei ragazzi, non si sa, comunque, lei va al pub dove incontra un personaggio tetro e sinistro e si scambiano uno sguardo tetro e sinistro.

Ritorna a casa dove il tetro e sinistro di prima, rievocando un altro personaggio che nella sua assenza comunica angosce tetre e sinistre, le dice: adesso è notte, restate ma domani andate, non dovevate venire, ve ne dovete andare. E nel dire queste parole ha un atteggiamento, come dire, tetro e sinistro.

Si sistemano ognuno in una stanza, la casa è un ex albergo, quindi figuriamoci, ci sono corridoi tetri e sinistri, porte tetre e sinistre, luci che si affiocano, si spengono, poi si riaccendono, poi si riaffiocano, si sentono le scariche tetre e sinistre di quando non paghi la bolletta ma l’Enel stronza non ti stacca la luce ma te la diminuisce, per comunicarti un’ansia tetra e sinistra, comunque non ti distrarre perché altri rumori tetri e sinistri provengono da stanze chiuse che devono però essere forzate da adolescenti curiosi in modo da essere sorpresi dal tipo tetro e sinistro con un tetro e sinistro: “Cosa stai facendo?”.

E ancora: adolescenti in vasca da bagno con le cuffiette in modo da non sentire i rumori, corridoi bui più lunghi della Roma-Napoli, rintocchi di campane a morto, sussurri tetri e sinistri.

Lei dorme ma gli incubi la perseguitano: scene tetre e sinistre del passato, colpi di fucile, volti che si voltano, fotografia tetra e sinistra, cadaveri tetri e sinistri. Si sveglia di colpo urlando.

E’ imbarazzante questa piega che ha preso Netflix di realizzare serie italiane con la squadretta e la riga della scuola media serale di cinema, scopiazzando qua e là come uno studente che non ha studiato. Ci sarà una strategia o semplicemente ci odia? Davvero un interrogativo tetro e sinistro.