Prima che la sostituisse con l’istituzionale “Presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana” la bio sui social di Giorgia Meloni recitava: “Ovunque, sempre, prima di tutto, italiana”.

Il concetto è molto interessante. Molti non lo sanno ma spesso accade che chi è italiano non lo è “ovunque”.

Uno magari non ci fa caso, ma varcando i confini, che so, per andare a sciare in Austria, uno piglia e paf, improvvisamente non è più italiano. Stai lì che stai sulle piste e ti accorgi che parli in austriaco, pensi in austriaco, sullo skipass invece del tuo nome c’è scritto Kurt Whaillander, sei diventato di colpo biondo, hai una voglia incredibile di torta sacher ripiena di wurstel con la senape e invece che sciare hai voglia di dipingere acquarelli con l’intenzione di fondare un partito neonazista in Germania.

Accade ad un sacco di gente, non li leggete i giornali? E quando succede, ti spaventi e devi rientrare subito in Italia per ridiventare italiano. Madonna, che spavento. Mai più a uscire dall’Italia, guarda. La prossima volta vado a sciare sotto casa, non mi fregano più.

Giorgia Meloni, invece, dopo anni di apposita terapia e allenamento ripetitivo “sono italiana, sono italiana, sono italiana”, riesce a restare italiana perfino in Scozia, che è a nord dell’Inghilterra, pensate, lì è davvero difficilissimo restare italiani e infatti tutti tornano con l’abbigliamento tipico locale, con la gonna e la cornamusa che parlano un inglese con accento campagnolo che appena apri bocca uno ride. E poi rimettiti a ridiventare italiano, ci vogliono mesi, e intanto i vicini ti prendono per il culo. Ehi, Sean, where are you from? Ahahahaha. Un inferno.

Anche essere “sempre” italiani, non è mica un giochetto. Non so se ci avete fatto caso, ma spessissimo capita che uno non è sempre italiano.

Quante volte per esempio uno piglia e paga tutte le tasse senza evadere niente, e quando se ne accorge si spaventa: cazzo che mi succede, non sarò diventato norvegese?

Oppure, invece di comprarsi un nuovo suv pickup diesel da ottomila di cilindrata e altrettanto di piano rate, quelli con le ruote panoramiche delle giostre che garantiscono un’altezza dal suolo di seicento metri, assolutamente necessari nei centri storici delle nostre città, popolati da ippopotami e rinoceronti, uno prende e rinuncia del tutto all’automobile di proprietà preferendo la cinquecento elettrica del car sharing di Enjoy.

Ed è proprio là che pensi: cazzo sto diventando svedese come Greta? Eppure ieri ho controllato, ero italiano, mischiavo la differenziata apposta, buttavo i letti matrimoniali al cassonetto, c’ho la raccolta “Vivere intolleranti e incivili” di Vittorio Feltri in cinquanta dvd, stavo tanto bene e adesso che mi succede?

Che quello è un attimo a sottovalutare le prime avvisaglie, dice non è niente, sono sempre italiano e zac, fottuto con la cittadinanza onoraria danese. E mo’ so’ cazzi.

E invece a Giorgia Meloni questo non succede. Lei è sempre italiana, anche nella quotidianità spicciola, infatti parcheggia in doppia fila, legge i cognomi ai citofoni e quando vede i cognomi stranieri suona, insulta e scappa via, e soprattutto spara cagate immani proprio come in tutti i bar del paese Italia.

Se voi ci provate, non ci riuscite a fare tutte e tre le cose contemporaneamente, sempre. Provate, e ve ne accorgete.

Lei invece si, ed è questa una skill che si ottiene mica facile eh, ci vogliono anni di studio e allenamento ed è giusto che quando uno la ottiene se la mette nel curriculum e nella bio.

E anche “prima di tutto italiana”, non è una cosa che chiunque può vantare. Quante volte capita infatti che uno per la strada ti chieda una informazione, scusi è da questa parte per il Palasport, e tu magari rispondi si, la prima a destra e sei arrivato.

E sbagli. Sbagli perché nel dare questa informazione ti sei dimenticato che prima di tutto tu sei italiano.

Infatti alle domande per strada, qualsiasi domanda, tu devi rispondere: “prima di tutto io sono italiano” e poi, se ti va, se sei di genio, se non è una giornata storta, se quello che te lo chiede non è musulmano, ebreo, africano, gay, lesbica, transgender, sposato regolarmente in chiesa – e tu naturalmente non sei deputato della destra in parlamento e quindi cocainomane, pluridivorziato, sette compagne, quattro amanti, due trans a pagamento e sei però per la famiglia tradizionale, in questo caso sei a posto – allora e solo allora rispondi, si il palasport è da quella parte.

Anche qui, sentirsi “prima di tutto italiano” non è semplice. Per riuscirci devi allenarti di brutto ogni mattina allo specchio: come sto, con quest’abito?

Frega un cazzo, prima di tutto sono italiano. Faccio colazione con marmellata italiana fette biscottate italiane latte italiano, tovaglia italiana, cucina italiana, casa italiana arredata all’ikea che costa meno.

Capite adesso quanta fatica, dedizione, disciplina, studio sono necessari per scrivere una bio così concepita?

Che credevate, che erano cazzate buone per ottenere il 10% dei voti e stare in ascesa nei sondaggi? Ora che lo sapete, portate rispetto a Giorgia Meloni.

Essere “sempre ovunque e prima di tutto italiana” non è una passeggiata di salute. Una su mille ce la fa.


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