Una squadra di astronauti scienziati biologi addestrati a stare a lungo su Marte vengono mandati a stare a lungo su Marte e per questo li troviamo che sono tutti stressati perché è tanto tempo che sono su Marte e non vedono l’ora di andarsene, ma fino a quando non partono stanno lì a chiedersi se davvero sono così stressati dal troppo tempo passato su Marte.

Ma domani finalmente arrivano a prenderli. E perciò ora che il film è iniziato:

– Devo uscire.
– Tra poco sarà buio. Non è sicuro.
– Ma io devo uscire per forza.
– Dammi almeno un motivo plausibile.
– L’ha scritto lo sceneggiatore, ti basta?
– Guarda che si è rotto un sensore.
– E allora?
– E allora devi uscire per ripararlo, che se poi la squadra che viene a darci il cambio lo trova rotto, pare brutto.
– E questo ti sembra un motivo plausibile?
– No, però qui il copione dice che lo devo trovare un motivo valido, quindi vai, ma torna prima del buio, intesi?
– Mi porto appresso Carrington
– Perché?
– Per me nessun motivo, ma lo sceneggiatore ha deciso così, del resto c’ha la faccia da disturbato forte, è normale che te lo porti dietro di notte quando sei su Marte il giorno prima di partire.
– Va bene, andate

In realtà non c’era alcun sensore rotto, il biologo aveva fatto una scoperta straordinaria: su Marte ci sono dei batteri che si riproducono, quindi vita, quindi fantastico.

Ma proprio mentre il biologo sta controllando le sue provette la terra sotto di lui frana e finisce dentro un crepaccio. Mayday, mayday e dalla base arrivano il comandante e la tizia che morirà di lì a poco. Come facciamo a sapere da prima che la tizia morirà? E’ nera e i neri muoiono sempre per primi nella Hollywood democratica e antirazzista.

– Dov’è il biologo?
– E’ caduto in questo crepaccio.
– Riesci a vederlo?
– No.
– Allora è morto.
– Scusate, come fate a dire che è morto?
– Siamo scienziati. S’è fatto vivo? No. E allora è morto.
– Ma non potete stabilire così che è morto. ‘azzo di scienziati siete?
– Il comandante ha detto che è morto, quindi è morto. Ehi che cazzo fai?
– Io scendo. Sono nera, devo morire, quindi morta per morta, scendo.
– Non puoi scendere: è un ordine. Andiamo alla base e poi torniamo con i rinforzi.
– Rinforzi di cosa, hai appena detto che è morto!
– Non stare a sottilizzare, chi aspetta qui?
– Aspetta io, che voglio scendere a tutti i costi quindi è sicuro che appena svolterete l’angolo, io scendo nel crepaccio.
– Ok allora aspetti tu. Non scenderai vero?
– Nooo, ma come ti viene in mente?

Non sono nemmeno arrivati a infilare le chiavi nello sportello del Rover che quella già scende.

Quando dalla base tornano, trovano soltanto due serie di impronte che vanno proprio verso la base. Come mai non si sono incrociati mentre venivano? Eh e mica è facile incrociare due astronauti a piedi che fanno la tua stessa strada su una pianura grande come la Sicilia. E poi forse i Rover non hanno fatto la consolare ma hanno preso il Raccordo.

Comunque: quelli rimasti alla base vedono due persone arrivare a piedi, con andatura incerta e che non rispondono alla radio.

– Prima di aprire sarebbe meglio controllare come stanno. Del resto siamo scienziati, quindi per il principio di precauzione…
– Ma che cazzo dici, apri tutto e falli entrare.
– Ok capo. Mi piaci quando sei così, come dire, intuitivo!
– Siamo americani, l’intuizione è la nostra specialità. Hai visto Trump?
– Cazzo ma sono zombie, che fanno esattamente gli zombie e ora mi stanno mangiando un braccio.
– Cazzo, chiudi tutto.
– Eh bravo, chiudi tutto, provaci tu ad afferrare la maniglia senza braccia.

La base è compromessa.

– E ora che facciamo?
– Calma niente panico! Prendi dallo scaffale il volume di sceneggiatura: “Situazione Zombi”, apri a pagg. 315 e leggi che dice.
– “Per creare tensione piazzare un gruppo di sopravvissuti dentro una stanzetta con uno di loro morsicato ma non ancora trasformato”.

– Ma che cazzo è successo?
– Non lo so, so solo che questi che ci attaccano sono morti.
– Come fai a dire che sono morti?
– Guardali un attimo: hanno una andatura come Michael Jackson, sono conciati in faccia come Michael Jackson ma a differenza di Michael Jackson sono senza casco e respirano polvere di Marte. Che pensi? Sono diventati improvvisamente dei Folletto?
– Allora sono zombie!
– Ma chi l’ha preso a questo? Non sai che i personaggi di un film di zombi non possono mostrare di conoscere i zombie, altrimenti già saprebbero come batterli, mentre invece se lo devono chiedere per mezz’ora. Ecchecazzo sono i fondamentali!
– E ora che facciamo?
– Prima volta in un film di zombie, eh? Ci dividiamo in due squadre: tra chi crede agli zombie e chi nega l’evidenza, intanto che l’infettato si sveglia e morsica un paio di noi.
– Ma non eravamo scienziati? Non dovremmo fare analisi del sangue, metodo scientifico…
– Quello dopo. Ora è il momento della immedesimazione del pubblico e dobbiamo comportarci come un branco di vacche dell’Arkansas.
– Ok, anzi Muuuuu

– Allora, prendete adesso a pagina 318: “Soccorsi”. Che dice?
– “I sopravvissuti devono mettersi in pericolo tentando di comunicare con i soccorsi”.
– Ok, allora infilati in questo tunnel che collega la dependance dove siamo rintanati con la base centrale infestata di zombi.
– Perché io?
– Ma ce l’ha un regista ‘sto film di merda? Perché sei il PROTAGONISTA, ecco perché!
– E’ tutto buio, ci sono delle scariche elettriche in lontananza e mi pare il film Resident Evil.
– Quale, il 7 o il 12?
– No uno recente, mi pare il 32.
– Possiamo tornare al nostro film? Grazie!
– Scusa.
– Ma figurati, allora riattacca la corrente, accendi la luce, riattiva la radio e mettiti in contatto con la stazione spaziale in orbita.
– Sicuro che è necessario? Magari in assenza di comunicazioni hanno già capito che è successo qualcosa di grave qui da noi e stanno già inviando i soccorsi.
– Tu ancora non hai capito in che film sei finito.
– Ok allora, mayday mayday…

Buio, colluttazioni, sangue, schizzi, polpette, aiuto aiuto.

– Eccomi sono tornato, da lì niente da fare, sono tutti zombie e hanno spento la radio.
– Ok allora andiamocene, prendiamo i rover e andiamo al punto di rendez-vous con i soccorsi: latitudine questo, longitudine quello, martitudine quell’altro.
– Oh, finalmente qualcosa di scientifico!
– Hai visto? Mai perdere la speranza.

Astronave di soccorso atterra in pianura polverosa. Tutti corrono verso l’astronave, sia gli zombie che l’unico sopravvissuto, il quale correndo urla alla radio:

– Non aprite, non aprite!
– Che ha detto, aprite?
– NON APRITE, PERICOLO DI MORTE, NON APRITE!
– Ha detto “Aprite”, sono certo!
– NON APRITE CAZZO O MORIRETE TUTTI
– Lo senti, ha detto: “aprite il razzo e fate entrare tutti”
– Questa cazzo di radio non si sente bene, del resto è un appalto italiano della Consip, c’era da aspettarselo.
– NON APRITE!
– Vedo della gente che viene verso di noi, aprite.
– Ma scusi comandante, siamo una missione di soccorso, non sappiamo che è successo, non sarebbe il caso prima di capire e poi di aprire?
– In effetti sarebbe saggio, ma lo sceneggiatore è di nuovo uscito con la tipa e ha lasciato scritto solo: APRITE PURE, quindi APRITE.

Colluttazioni, grida di dolore, morsi, strappi ahia cazzo. Gli zombi si magnano tutto, manco fossero al governo. Restano il Protagonista e ultimo sopravvissuto in via di trasformazione zombiesca che in astronave se menano selvaggiamente stile lite nel traffico a Roma, mentre l’astronave senza controllo entra in orbita. Pausa nell’ammucchiata, dialogo catartico finale.

– Sai che prima di essere fottuto anche io, ho fatto fottere 3/4 della squadra per pura vigliaccheria?
– Lo so, ho visto.
– Eppure non sono nero, non lo trovi strano?
– No, perché sei stempiato e stai perdendo tutti i capelli. Se apri il Volume “Razze, etnie e fisionomie sacrificabili”, c’è scritto che lo stempiato cade dopo il nero e l’ispanico, quindi ora tocca a te.
– E cosa farai dopo, io comunque ti ho infettato, quindi dopo che mi avrai ammazzato la tua sarà una vittoria di Pirlo.
– Pirro, non Pirlo. Comunque non succederà. L’astronave, che guarda caso è senza carburante per il ritorno, del resto ad ogni equipaggio delle astronavi di soccorso viene sempre detto: ehi, andate piano che non so se ce la fate per il ritorno, non fate i fanatici siamo intesi…
– Hai aperto tre relative, stai divagando.
– Si giusto, dicevo che, una volta che ti avrò buttato fuori in orbita, me ne andrò alla deriva e morirò, oppure incontrerò Dart Fener o i Guardiani della Galassia e allora mi sarà data una seconda vita.
– Ok allora se mi spingi io vado fuori.
– Vai.
– E’ stato un piacere.
– Anche per me.
– Ce l’abbiamo una frase ad effetto?
– Leggi il copione.
– Ah si: non ricordo il nome di mia figlia.
– Si chiama Brenda.
– Brendaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh
– Computer, dirigi l’astronave alla deriva. Questo batterio del cazzo non infetterà la Terra, e nemmeno l’Oklaoma, quant’evvero Iddio..

Nave che si allontana, stelle, buio.

Gracchiare della radio.

– Ecco lo sapevo, se ne vanno in giro a cazzo a consumare carburante. Non hanno proprio rispetto, nemmeno per le astronavi di soccorso. Forza, andiamoli a riprendere.

La morale di questo film è: siamo umani coglioni e meritiamo di morire.

La mia morale invece è: siamo umani coglioni e paghiamo un biglietto per vedere enormi cagate come questa.

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