Ci sono serie possibilità che Luna Nera, la terza serie “italiana” di Netflix dopo Baby e Suburra, diventi una serie capostipite. Purtroppo in categorie diverse da quelle immaginate dagli autori e produttori.

Luna nera netflix cronaca di un disastro

C’è una inquadratura, in campo medio, in interno notte, nella quale due attrici recitano con sullo sfondo un candelabro a piramide a otto braccia. C’è qualcosa che attira l’attenzione, più delle attrici. E’ il candelabro. Le fiamme sono immobili, il candelabro è visibilmente finto.

Forse è proprio questa scena a simboleggiare tutta la serie, o meglio tutta la disperata collezione di errori, incoerenze, e strafalcioni veri e propri che è stata fatta in questa Luna Nera, che è probabile che diventerà la maledizione delle serie tv. Quando a qualcuno verrà affidata una serie, dovrà stare attento a non essere colpito dalla maledizione della Luna Nera, o la sua serie affogherà subito dopo la nascita o anche prima.

Io Luna Nera non l’avrei mai vista – il fantasy mi piace poco – se non avessi letto una serie di recensioni catastrofiche: “dilettantesca”, “irritante”, “incredibile” (nel senso negativo di non credibile). La cosa più dolce è stata “mediocre”.

Il parere era così unanime, così tutti d’accordo che, come spesso mi capita quando mi trovo di fronte all’unanimità, mi viene voglia di sedermi nel posto sbagliato, quello opposto, per cui oggi mi sono visto tutte e sei le puntate, convinto non dico di poter trovare un capolavoro – difficile che tante persone si sbaglino – ma almeno qualche argomento da ribaltare, qualcosa da difendere.

Bene, la serie è così incredibilmente dissestata che sembra impossibile che persone che ci capiscono l’abbiano realizzata in questo modo e persone che ci capiscono l’abbiano vistata e pubblicata così com’era.

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LUNA NERA

Non sto facendo il critico cinematografico, non ne ho la competenza. Sto facendo lo spettatore.

In una scena c’è un’personaggio affacciato ad una finestra che si rivolge ad una ragazza che sta correndo e che si ferma per rispondere: “Ade, dove stai andando?”, le chiede la donna alla finestra. E Ade risponde, a velocità supersonica: “Mio fratello è stato catturato. Lo uccideranno. Non posso lasciar morire mio fratello. Devo proteggerlo. L’ho promesso a mia madre. Devo andare a salvarlo”.

Lo dice cos’ velocemente che si mangia metà delle parole. Ed è così palese che non funzioni che da un momento all’altro ti aspetti di sentire la voce di René Ferretti di Boris che dice: “Stoooop. Ade, benissimo, solo, potresti essere moooolto più lenta quando dici questa frase? Oppure guarda facciamo così, siccome stavi correndo perché c’era una urgenza, allora tagliamo le parole che sono troppe e diventano: mio fratello è stato catturato, devo andare a salvarlo. Fine. Riprova così”.

Di episodi così in Luna Nera ne trovate a iosa. La storia ci sarebbe anche, ma ci sono enormi problemi nella sceneggiatura, piena di frasi cliché e inutilmente lunghe, contorte, auliche. Nella regia che si è limitata a prendere tutto senza minimamente correggere nulla. E nella recitazione, tra attori che sono disastrosamente fuori parte, altri disastrosamente non diretti.

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Potrei maramaldeggiare citando esempi di Boris e la “cagna maledetta”, ma non lo farò. Mi limito a citare chi secondo me era in parte: Adalgisa Manfrida, Persepolis. Giandomenico Cupaiuolo, Sante. Gloria Carovana, Cesaria. Gli altri personaggi di contorno non erano nemmeno male, ma purtroppo hanno cannato totalmente i protagonisti, oltre a sceneggiatori e registi.

Cos’altro salvare di Luna Nera? I costumi. Le ambientazioni (Canale Monterano nel Lazio è il mio prossimo weekend). Le scenografie (non è colpa dello scenografo se il regista decide di inquadrare un candelabro non adatto).

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LUNA NERA

Insomma, da oggi in poi, state attenti alla maledizione della Luna Nera. E’ così potente che potrebbe colpire anche fuori dalle serie tv.

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