L’altro giorno ho riattivato una newsletter ferma da un anno dopo che il cliente aveva ritenuto che l’investimento non valesse il ritorno. Poi ci ha ripensato, e chiedendomi di riprenderla, mi ha detto di farla esattamente come la facevo prima.

Bene, mi son detto, s’è reso conto dell’errore. 

La riattivo e appena la mando ricevo 24 unsubscribe, di fila, uno dopo l’altro, su una lista di 1500 indirizzi.

Bene, mi dico.

Malissimo, dice invece il cliente allarmato. Cosa succede, dove hai sbagliato, che hai fatto, non sei più quello di prima! 

Gli dico che invece dovrebbe essere contento.

Mi prendi per i fondelli, dice lui.

Photo: Jogas Design – Unsplash

Gli spiego che gli unsubscribe sono normali in una newsletter ferma da un anno. E che (poche ovviamente) disiscrizioni sono fisiologiche anche nelle newsletter che vanno periodicamente.
Le persone si iscrivono a una newsletter perché interessati a un argomento, ma questo interesse non è eterno. Poi le persone cambiano, magari soddisfano quell’interesse e ne coltivano altri, di interessi o desideri o prodotti.

Queste persone non sono più in target e se se ne vanno, fanno un favore a loro stessi, non intasando la loro posta con contenuti che non gli interessano. E fanno un favore a noi non pesando su una lista marketing che invece deve essere composta esclusivamente da persone interessate all’argomento, perché farai un buon marketing con loro, non con chi non è più interessato.

Sono i nuovi che devi conquistare, non interstardirti a tenere i vecchi.

Il cliente mugugna, poi dice: “In effetti io ho la tab promozioni di Gmail piena zeppa di newsletter di cui non mi interessa più niente. Per questo non la apro mai, poi magari mi perdo quella interessante. Dovrei spostare quelle interessanti nella tab Principale”.

No, gli faccio io, ti devi disiscrivere da quelle che non ti interessano e rendere la tab promozioni una sezione interessante per te, da consultare, non una sentina di disinteresse da cui stare lontano.

Mi guarda come se gli avessi rivelato il Graal.

Facciamoci un favore tutti, disiscriviamoci dalle newsletter (quelle che non ci interessano). E rendiamo il nostro account di posta un luogo migliore dove ricevere e conservare valore per noi.